
060 1988-05 Sansepolcro, i clienti di Gerasmo.
September 21, 2016A Sansepolcro il caffè di Gerasmo era, e lo è ancora, un’istituzione.
L’immagine più lontana che abbia, e siamo nel dopoguerra, è quella d’una macchina meravigliosa che faceva il gelato! Quando riuscivo a trovare i soldi, e non era facile, correvo subito da Gerasmo ed ero felice anche col cono più piccolo, quello da 10 lire.
Dopo la morte di Gerasmo, ma forse andò solo in pensione, ci sono state varie gestioni e tutte sono state saggie nel mantenerne il nome. Sonia continua la tradizione.
La clientela è cambiata col tempo, questi sono quelli d’una mattina dei primi di maggio del 1988. Anche quella mattina trovavano le giuste soluzioni a tutti i problemi del mondo e del calcio. Le discussioni, spesso accalorate, si affievolivano quando passava una bella ragazza.
Riguardando questa immagine ho rivisto il marciapiede con lo scalino, me ne ero dimenticato. Questo spari pochissimo dopo con la nuova pavimentazione della Via Maestra.
Ma cosa ci sará in quel panino del caro Mangiamesse? La mortadella?
Marblehead, 22 settembre 2016
Il mio blog di memorie M’Arcordo… www.biturgus.com/
Ho pubblicato il libro “M’Arcordo…” che può essere acquistato nelle librerie di Sansepolcro. Questo è un breve filmato dell’inizio della presentazione del libro avvenuto nella sala consiliare (quella che io chiamo “sala del biliardo”) del Comune di Sansepolcro, 25 aprile 2015.
Presentazione del libro M’Arcordo…
Ho ricevuto questo commento da un lettore. un caro amico di gioventu’, che abita molto lontano da Sansepolcro. Leggendo nel mio blog del Caffe’ di Gerasmo ha ricordato tempi lontani (anni ’50) quando in estate lui ragazzino veniva a trovare il vecchio zio, che era come un nonno. Io ho conosciuto bene ambedue i protagonisti di questa storia, ho preferito non far nomi, anche se queste avventure boccaccesche hanno piu’ di cento anni.
“Non solo trattavano di risolvere i problemi mondiali. Una volta ricordo di essermi seduto da Gerasmo con mio zio e il suo amico e non capivo perchè di tanto in tanto, a turno, si dicevano, con gran soddisfazione, numeri a caso, come: 7, 3, 9,…18… Io chiesi che gioco era quello e mi risposero che stavano nominando le passanti che erano state loro amanti ed erano tanto numerose che avevano assegnato loro numeri per riconoscerle e per mantenere segreto il nome che poteva comprometterli. In quella occasione confessarono pure con gran orgoglio, che avevano escogitato un metodo per entrare dalla finestra di alcune donne che erano sposate, in assenza del marito, di notte: uno aveva accesso agli interruttori luce della via prescelta e, all’ora predeterminata calava l’oscurità piú profonda per pochi minuti, tanto da dar tempo all’altro di scavalcare non visto la finestra! Attento a pubblicare questo aneddoto con i nomi, perchè si potrebbero offendere i parenti sopravissuti!
Grazie per avermi fatto ricordare i tempi ormai lontani della nostra gioventù con la tua bella fotografia!”