Archive for August, 2010

h1

018 2008-05-24 Sansepolcro, la vecchia Loggia Massonica.

August 31, 2010

Sansepolcro, la vecchia Loggia Massonica

Penso che ero in quinta elemenare (1951-52) quando ogni giorno vedevo questa casa-torre misteriosa dalla finestra della mia classe.

Ma cos’era?

Adesso è bella e ripulita, i fregi restaurati, i muri sono stati ridipinti di fresco e le le finestre hanno i vetri. Allora era trasandata, l’intonaco scrostato e le finestre della gran sala in alto avevano anche dei vetri rotti. Se era una giornata ventosa vedevo delle vecchie tende nere a brandelli che svolazzavano.

Ma cos’era?

Immaginavo anche che un tempo era stato un castello, un castello vero e pieno di segreti., forse c’era anche un fantasma. Dalla mia finestra non potevo vedere la porta, quindi non sapevo se c’era gente che entrava od usciva. Non vidi mai nessuno alle finestre. Era stata di certo abbandonata, ero sicuro ch’avevano paura del fantasma. Poi se mi avvicinavo c’erano quelle misteriose scritte in latino, ma cosa volevan dire?

Non so quando, ma poi mi fu detto che non era così antica come credevo, era stata costruita all’inizio del secolo ed era stata una loggia massonica. Forse me lo disse il vecchio Santino Salvi, capo delle guardie comunali, lui stesso massone. Durante il periodo fascista fu chiusa, i massoni furono sparsi e perseguitati.

Quand’ero al liceo Don Luigi era responsabile dell’ora di religione. Non so come, ma fece riferimento, ed in modo critico, ad una di quelle scritte in latino.

“IN DVBIIS LIBERTAS ”

Fu l’inizio d’una accalorata conversazione sul libero arbitrio, sulla libertá di scelta da cui nasce la respensabilitá della decisione presa e delle sue consequenze.

Don Luigi ed io non eravamo della stessa opinione.

h1

018 1990-09 New York, the Broadway Bridge.

August 29, 2010

New York, the Broadway Bridge

Fra i tanti ponti che uniscono l’isola di Manhattan alla terra ferma c’è anche il Broadway Bridge e non è molto famoso, anzi, direi quasi sconosciuto alla maggioranza della gente. Unisce il Bronks alla punta nord dell’isola, e come suggerisce il nome è l’inizio di Broadway, la lunga strada, quasi trenta kilometri, che taglia Manhattan a metá ed arriva fino alla punta sud, quella di rimpetto alla Statua della Libertá.

Avevo letto un articolo proprio su Broadway su National Geographic. Il tracciato originale di questa strada era lo stesso dell’Indian Trail, di gran lunga precedente all’arrivo dei primi coloni europei. Partiva dall’accampamento nella punta sud dell’isola e la sua vitale importanza per gli scambi ed il commercio era la principale ragione dello sviluppo di New Amsterdam, il primo nome di New York. Broadway dopo il ponte, continua anche verso nord, seguendo il suo tracciato originale, cambiando il nome tante volte, e risale fino ad Albany.

Una domenica mattina, settembre del 1990, verso le otto, presi un taxi e mi feci portare su questo ponte. Feci delle foto ed iniziai la marcia verso sud, avrei percorso tutta  Broadway, sino a Battery Park.

La temperatura ideale ed il cielo terso facilitarono la camminata, assieme ad un paio di panini al prosciutto. Raggiunsi il mio obbiettivi verso le quattro del pomeriggio e proprio al Bowling Green, l’inizio di Broadway, scoprii il gran toro di bronzo, che sembrava indicarmi la via in senso contrario. Avrei scoperto piú tardi che era l’opera d’Arturo Di Modica, l’amico scultore ch’avevo conosciuto all’universitá a Firenze

Vidi Manhattan in tutti i suoi differenti aspetti, una vera esperienza.

h1

018 2005-08-01 Ladakh, Himalaya

August 28, 2010

            Siamo partiti da Manali alle 4:00 di mattina ed era buio. Dopo 14 ore, due passi d’oltre 4.500 metri, avevamo percorso circa 290km. lungo la strada piú alta nel mondo, cosi dicono gli indiani.

            C’erano ancora circa 160km per raggiungere Leh (una delle cittá allagate due settimane fa), e c’era ancora da scalare il Tanglang La Pass, il piú alto, 5.325 metri.

            L’autista diceva che non era stanco, ma io avevo i miei dubbi. Mentre discutevamo sul da farsi, all’improvviso dietro una curva comperve questa incredibile barriera.

            Gli chiesi di fermarsi, la luce del tramonto creava un misterioso gioco d’ombre. Il tutto sembrava inreale, direi lunare.

            Non ho bisogno d’aggiungere altro.

h1

018 1966-03 Sansepolcro, Luigino & Co. al carnevale.

August 27, 2010
 

Luigino & Co.

Luigino è piú d’un personaggio, è un’istituzione. Se non ci fosse dovremmo inventarlo. É uno di quelli che a Sansepolcro non ha bisogno del cognome. Il fatto che sia anche un Chimenti non ha grande importanza. Tutti lo conoscono: lui è Luigino. Dovrei fare un esperimento: scrivere una cartolina indirizzata a “Luigino, 52037 Sansepolcro, Arezzo,” scommetto che gliela portano.

Lui è il fortunato proprietario dell’unica Balilla decappottabile in giro. Dato che non ce n’erano, lui ne trovò una e gli fece segare il tetto, semplice! Spero che ancora funzioni.

Luigino è stato promotore di manifestazione che hanno ravvivato la vita di tanti altri Borghesi (abitanti di Sansepolcro per chi non lo sapesse), anche quelli che d’iniziative ne prendevano poche. Per questo carnevale organizzò gran festa con sfilata, per i piccoli ed anche per i grandi. E vennero tutti, o quasi. S’era fatto fare una marsina rossa, gli stava bene, anche se la tuba era di cartone e non di castoro. Fu subito ribattezzato “il marchese”.

Parteciparono anche delle belle ragazze che indossavano il kilt, e questo di certo fu un ottimo contributo al successo della festa.

Luigino generoso mi prestò la sua marsina rossa per andare a Padova, Bologna e Firenze per la Festa delle Matricole. Anch’io ero diventato “il marchese”. 

Ho recentemente pubblicato una raccolta di Storie Borghesi con il titolo M’Arcordo… che si puo’ trovare in tutte le librerie di Sansepolcro. Questo breve filmato e’ l’inizio della presentazione avvenuta nella sala consiliare del Comune, Palazzo delle Laudi il 25 aprile scorso

h1

017 2003-06 Salem, Peabody-Essex Museum, la donna dorata.

August 26, 2010

 

la donna dorata

 

Certo non ha le armoniche proporzioni della Venere di Milo, ma almeno lei ha le braccia. Poi possiamo aggiungere: offre di piú.

 Il Peobody-Essex Museum si trova nella vecchia cittá di Salem, vecchia per gli standard americani. Questa è confinante con Marblehead. Salem, porto importante ai tempi delle navi a vela, è ancora conosciuta per un infame processo alle streghe, che poi finirono sulla forca. Il rogo non era di moda in America.

Nella nostra epoca dove tutto viene commarcializzato anche il mito delle streghe ha trovato il suo mercato. La festa d’Halloween è l’evento dell’anno con la calata di migliaia e migliaia di turisti.

Il Peobody-Essex Museum, nato come un museo marinaio, famoso per i suoi artefatti riportati da tutte le parti del mondo, offre spazio anche a mostre temporanee d’artisti contemporanei. Non ricordo il nome dell’autore della  statua dorata, di certo un artista indiano.

La donna: ecco il grande mistero!

“Ma chi è?”

Sembra dire la bambina, non ancora cosciente di tutto quello che le succederá in un futuro non lontano, sembra sorpresa al cospetto di tutte queste misteriose erompenti prerogative, ma poi forse aggiunge:

“Speriamo di non diventare come lei!” 

h1

017 2009-07-17 Roma, l’oculus del Pantheon.

August 25, 2010

l'oculus del Pantheon

Quando sono a Roma e se ho il tempo necessario, seguo un certo itinerario che ha del ritualistico. Vado a Piazza Navona, sempre gloriosa nell’armonia delle sue fontane, palazzi e chiese, poi faccio una puntatina a Campo dei Fiori per un rispettoso saluto a Giordano Bruno, e per finire raggiungo il Pantheon, cercando ogni volta di scoprire e perdermi in qualche stradina sconosciuta.

Immagino che l’oculus della cupola, nel lungo periodo in cui venne usato come una chiesa, sia stato di grande ispirazione: era facile immaginare lo spirito santo che scendeva con i raggi della luce durante la messa.

Roma non solo è sempre bellissima, ma è ancora capace di sorprendermi.

Circa una diecina d’anni fa, per la prima e l’ultima volta, presi un giro turistico della cittá: dovevo conoscere quello che vendevo ai miei clienti americani che andavano a Roma. Nell’itininerario era inclusa anche una visita al Pantheon.

Fui sorpreso, molto sorpreso, quando vidi un signore con sciabola e mantello, con tanto di stemma sabaudo, che montava la guardia accanto al sarcofaco di re Umberto I.  C’era inoltre una fila di persone che firmavano in un gran librone delle condoglianze, aperto e poggiato su un leggio. C’era anche una dama, secca e aristocratica, dal naso a civetta che con sguardo attento controllava che nessuno imbrattasse il suo libro. Ma che ne sapevano i giapponesi in fila del re che aveva decorato Bava Beccaris, dopo il massacro di Milano? Loro eran contenti di mettere la firma ed io ero scontento del tutto. Quello stesso pomeriggio mi ritrovai a passar da quelle parti con il mio amico Loreto. Entrati nel Pantheon vidi che quei due erano ancora al loro posto. Fu un lampo, anch’io ero stato colpito da un’improvvisa luce, o forse era solo cattiveria? Mi misi in fila, dovevo firmare. Loreto cominciò a parlare con fervore con la dama, esprimendo il suo profondo dolore per le spoglie dell’amato Vittorio Emanuale III che ancora non avevano trovato riposo nel Pantheon e la distrasse. Alla fine anch’io arrivai al librone e così firmai:

<< Bresci Gaetano, Paterson, New Jersey >>

h1

017 2002-7 Mali, Mopti, piroga sul Niger

August 24, 2010

Mopti, piroga sul Niger

 

Mopti è una cittá nel Mali, un gran porto fluviale dove il fiume Bani confluisce nel Niger.

Da sempre è stato un gran centro del commercio del sale portato fin qui a dorso di cammello dai carovanieri Tuareg, dopo un lungo viaggio venendo dal nord, attraverso il Sahara.

Continuando lungo il Niger si arriva a Timbuctu.

Mongo Park lo seguì ben due volte nei suoi epici viaggi nella sua ricerca di trovarne la foce. E fu proprio lungo il Niger che morì nel 1805 combattendo contro popolazioni ostili.

Ognuno di noi ha i suoi eroi, per me sono i viaggiatori, gli esploratori che sono andati dove nessuno era stato prima, quelli che non hanno avuto paura di perdersi nell’ignoto.

Marco Polo, Mongo Park, Giovanni Belzoni, Richard Burton (non l’attore, è quello che cercava la sorgente del Nilo e ha tradotto il Kama Sutra) e Vittorio Bottego sono in cima alla lista.

Quel pomeriggio a Mapti cercai d’immaginare Mongo Park che scendeva il fiume, ecco dove avrei voluto incontrarlo, quante domande da fargli.

Questa è una fotografia in bianco e nero del mio ultimo rullino usato, prima della rivoluzione digitale. Ricordo anche che non mi fu facile trovare le soluzioni chimiche per svilupparlo.

h1

017 1965-09 Albiano d’Anghiari, il luccio del Sor Marco.

August 23, 2010
Marco Buitoni

Marco Buitoni

 “C’era una volta un re… “non proprio, a Sansepolcro c’era solo il Sor Marco. Non c’era bisogno d’aggiungere altro, tutti sapevano di chi si parlava, Marco Buitoni. Ricordo che aveva dieci anni piú del babbo, quindi era nato nel 1894. I miei ricordi sono degli anni 50 e 60 quando, assieme ai suoi quattro fratelli, era uno dei capi dell’impero Buitoni. Poi venne il declino, la fine.

Credo che potremmo definire il suo stile di gestione aziendale con un solo termine: era l’incarnazione del paternalismo. Credo che si sentisse a capo d’una gran famiglia di mille persone che guidava con un benevolo distacco, aristocratico, forse anche perchè non aveva figli.

Il Sor Marco non guidava, lui aveva l’autista, anzi gli autisti. Fino all’inizio degli anni 60 lo si vedeva seduto nel dietro d’una imponente classica Lancia Artena nera, giá allora pezzo da museo.

Come un buon padre era generoso, ma sempre da lontano, distaccato e benevolo, cosi credeva di tenere i bambini buoni, che non facessero troppi capricci.

Mi padre ha lavorato alla Buitoni per piú di quarant’anni ed io ho avuto modo d’incontrarlo molte volte. Mi domandava sempre come andavo a scuola, e credo che fosse soddisfatto quando personalmente mi diede un assegno per una borsa di studio che avevo vinto.

Il Sor Marco non era un vero pescatore e di certo non aveva la patente, non ne aveva bisogno, lui aveva un suo laghetto privato, un bacino idrico (si chiama così?), proprio sotto la sua villa ad Albiano, vicino alla Motina. Un giorno telefonò al babbo, aveva bisogno del suo intervento, il laghetto era pieno, pullulava di lucci sempre affamati. Questi mangiavano tutto, non c’erano rimasti altri pesci. Fu una vera “battuta” di pesca. Il tempo di gettare la lenza e subito un luccio gigantesco abboccava. Incredibile! Quella sera regalammo lucci a mezzo Borgo, ancora una volta fu benefico.

Non so cosa successe ma quando il babbo andò in pensione (febbraio 1964) non era contento, anzi era furioso, ricordo solo che disse:

“Son contento d’andar via, non ci rimetterò mai più piede!”

Non mantenne la parola. Non molto tempo dopo ci fu una di quelle grandi cerimonie con elargizione di medaglie e diplomi ed il mi’ babbo era nella lista dei premiati. Per l’occasione sarebbe venuto il Presidente del Consiglio Amintore Fanfani. Quando il babbo fece sapere che non sarebbe andato alla cerimonia il Sor Marco gli telefonò e lui non seppe dire di no all’invito. So solo che dopo la consegna del diploma, ho la fotografia di quel momento con Fanfani, il babbo, invece di ritornare al suo posto per il resto della cerimonia, se ne andò. Mi domando se il Sor Marco se ne accorse.

Quando il babbo morì all’improvviso (1966) il Sor Marco, che non venne al funerale, mi mandò un suo assegno con l’invito a continuare e finire i miei studi. Era una specie di borsa di studio personale, tanto generosa da permettermi di viverci quasi un anno. Grazie!

Non ricordo quando morì, io ero già andato via, forse proprio perché in fondo io non volevo lavorare alla Buitoni. Morì prima della fine dell’impero?

©Fausto Braganti l’immagine non può essere riprodotta senza l’autorizzazione scritta dell’autore.

Fausto Braganti

ftbraganti@verizon.net 

Il mio blog di memorie M’Arcordo… www.biturgus.com/

Ho recentemente pubblicato il libro “M’Arcordo…” che può essere acquistato nelle librerie di Sansepolcro. Questo è un breve filmato dell’inizio della presentazione del libro avvenuto nella sala consiliare (quella che io chiamo “sala del biliardo”) del Comune di Sansepolcro, 25 aprile 

 Presentazione del libro M’Arcordo…

 

h1

016 1963-8-16 Sansepolcro, La Festa di San Rocco.

August 22, 2010

La bigoncia, la festa di San RoccoLa festa di San Rocco, il 16 agosto, davanti al giardino Piero della Francesca a Sansepolcro, era uno dei grandi giorni della mia infanzia. L’aspettavo con anzia come se fosse Natale, e pensare che non c’erano neanche i cavallucci. Fra tutti i giochi quello che mi piaceva di piú era quello della bigoncia. Era una specie di Giostra del Saracino, si fa per dire. Il terribile e minaccioso guerriero ligneo con le possente mazza che sarebbe scattato all’impatto della lancia in resta del cavaliere, era sostituita da una piú innocua bigoncia piena d’acqua e con un anatra impaurita (o forse era un’oca?). Nella peggiore delle ipotesi il nostro eroe si faceva una bella doccia. In fondo era sempre agosto e questa poteva portar refrigerio.

La famiglia del vincitore avrebbe di sicuro dopo pochi giorni mangiato un bell’arrosto.

Mi domando se quest’anno l’hanno fatta quest’anno. Spero di si, e certo una tradizione da mantenere.

Tempo addietro dedicai uno dei miei M’Arcordo… a questa festa popolare. 

http://biturgus.wordpress.com/31-m%e2%80%99arcordo%e2%80%a6%e2%80%a6-la-festa-de-san-rocco-davanti-al-giardino/?preview=true&preview_id=571&preview_nonce=f32f6a37c7

 

h1

016 2007-08-11 New York, il letto del barbone.

August 21, 2010
 

New York, il letto del barbone.

A me piace camminare, esplorare ed una cittá come New York offre sempre qualche cosa non solo di nuovo, ma spesso inaspettato e sorprendente: il tutto fatto d’immagini, di suoni e d’odori; è una miniera senza fine d’emozioni.

Ho trovato questo “letto” d’un barbone in una strada ancora deserta, era un sabato mattina presto, vicino ad Union Square. Dever esser molto difficile trovarsi senza casa, ma almeno ad agosto la temperatura è buona, ma rimane sempre il problema della pioggia e … dei poliziotti.  

Per un momento ho pensato che il tutto fosse posticcio, era troppo ben fatto. La mia idea del barbone non è quella d’uno che abbia un gran senso di creativitá o immaginazione artistica. Ho pensato che fosse stato messo li a bella posta, forse da un fotografo per fare delle foto pubblicitarie: la bella ragazza del gran manifesto pubblicitario stracciato sembrava un po’ troppo ben posizionata. E poi c’era il barattolo vuoto d’una minestra Campbell così ben messo. La coreografia dell’insieme era troppo perfetta, continuavo a dubitare. 

Ho fatto piú d’una foto in ogni modo, just in case. Mi son poi avvicinato, mi son chinato per vedere meglio. Si, c’era uno che dormiva. Ho visto i suoi piedi,  non s’era levato le scarpe.