
Marco Buitoni
“C’era una volta un re… “non proprio, a Sansepolcro c’era solo il Sor Marco. Non c’era bisogno d’aggiungere altro, tutti sapevano di chi si parlava, Marco Buitoni. Ricordo che aveva dieci anni piú del babbo, quindi era nato nel 1894. I miei ricordi sono degli anni 50 e 60 quando, assieme ai suoi quattro fratelli, era uno dei capi dell’impero Buitoni. Poi venne il declino, la fine.
Credo che potremmo definire il suo stile di gestione aziendale con un solo termine: era l’incarnazione del paternalismo. Credo che si sentisse a capo d’una gran famiglia di mille persone che guidava con un benevolo distacco, aristocratico, forse anche perchè non aveva figli.
Il Sor Marco non guidava, lui aveva l’autista, anzi gli autisti. Fino all’inizio degli anni 60 lo si vedeva seduto nel dietro d’una imponente classica Lancia Artena nera, giá allora pezzo da museo.
Come un buon padre era generoso, ma sempre da lontano, distaccato e benevolo, cosi credeva di tenere i bambini buoni, che non facessero troppi capricci.
Mi padre ha lavorato alla Buitoni per piú di quarant’anni ed io ho avuto modo d’incontrarlo molte volte. Mi domandava sempre come andavo a scuola, e credo che fosse soddisfatto quando personalmente mi diede un assegno per una borsa di studio che avevo vinto.
Il Sor Marco non era un vero pescatore e di certo non aveva la patente, non ne aveva bisogno, lui aveva un suo laghetto privato, un bacino idrico (si chiama così?), proprio sotto la sua villa ad Albiano, vicino alla Motina. Un giorno telefonò al babbo, aveva bisogno del suo intervento, il laghetto era pieno, pullulava di lucci sempre affamati. Questi mangiavano tutto, non c’erano rimasti altri pesci. Fu una vera “battuta” di pesca. Il tempo di gettare la lenza e subito un luccio gigantesco abboccava. Incredibile! Quella sera regalammo lucci a mezzo Borgo, ancora una volta fu benefico.
Non so cosa successe ma quando il babbo andò in pensione (febbraio 1964) non era contento, anzi era furioso, ricordo solo che disse:
“Son contento d’andar via, non ci rimetterò mai più piede!”
Non mantenne la parola. Non molto tempo dopo ci fu una di quelle grandi cerimonie con elargizione di medaglie e diplomi ed il mi’ babbo era nella lista dei premiati. Per l’occasione sarebbe venuto il Presidente del Consiglio Amintore Fanfani. Quando il babbo fece sapere che non sarebbe andato alla cerimonia il Sor Marco gli telefonò e lui non seppe dire di no all’invito. So solo che dopo la consegna del diploma, ho la fotografia di quel momento con Fanfani, il babbo, invece di ritornare al suo posto per il resto della cerimonia, se ne andò. Mi domando se il Sor Marco se ne accorse.
Quando il babbo morì all’improvviso (1966) il Sor Marco, che non venne al funerale, mi mandò un suo assegno con l’invito a continuare e finire i miei studi. Era una specie di borsa di studio personale, tanto generosa da permettermi di viverci quasi un anno. Grazie!
Non ricordo quando morì, io ero già andato via, forse proprio perché in fondo io non volevo lavorare alla Buitoni. Morì prima della fine dell’impero?
©Fausto Braganti l’immagine non può essere riprodotta senza l’autorizzazione scritta dell’autore.
Fausto Braganti
ftbraganti@verizon.net
Il mio blog di memorie M’Arcordo… www.biturgus.com/
Ho recentemente pubblicato il libro “M’Arcordo…” che può essere acquistato nelle librerie di Sansepolcro. Questo è un breve filmato dell’inizio della presentazione del libro avvenuto nella sala consiliare (quella che io chiamo “sala del biliardo”) del Comune di Sansepolcro, 25 aprile
Presentazione del libro M’Arcordo…