Le stranissime coincidenze della vita!
Da tempo volevo scrivere un commento alla mia foto di Enzo Boncopagni . Da tempo avevo scritto delle note che prorio quest’oggi stavo mettendo in ordine, quando ho appreso della sua morte. Sapevo che stava male.
Incontrai Enzo in quinta elementare, quando io ero ripetente, ma avevamo la stessa età. Eravamo nella classe del maestro Botta e assieme studiammo per l’esame d’ammissione alle Medie.
A quei tempi lui era piccolo e gracilino e qualcuno lo chiamava Pidognino e lui si arrabbiava. Era bravo e studioso e la domenica faceva il chierichetto a San Francesco. Considerando l’evoluzione che ha poi avuto, di questo non ne abbiamo mai parlato quando ci s’incontarva per la via.
Fece il Classico a Città di Castello e poi si iscrisse a Giurisprudenza, penso a Perugia. E qui lo persi di vista, io andavo a Firenze. Poi un giorno scoprii che aveva smesso di studiare, ma perché? Non so cosa poteva esser successo, quando già lavorava nello studio d’un avvocato del Borgo.
La mia sorpresa fu grande: un giorno l’incontrai per la via nella sua nuova e smagliante divisa di guardia municipale. Mi perve contento e fiero.
Da sempre voleva fare una cena di quella quinta elementare (1952). Era anche andato a ricercare nell’archivio della scuola tutti i nomi degli scolari e sempre mi diceva che avrebbe organizzato una cena, ma voleva esser sicuro che ci fossi anch’io. Peccato Enzo, quella cena non l’abbiamo ma fatta. Peccato davvero!
Enzo non era una persona semplice, spesso difficile da capire.
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