Ho appreso che Athos Chimenti ci ha lasciato, ci ha lasciato per un viaggio ben più lungo di quello che facemmo quel lontano maggio del ’64. Il vecchio amico, il compagno di tante avventure e viaggi ci ha lasciato per l’Olimpo dei Balestrieri ed io son triste.
Athos divenne balestriere come me agli inizi degli anni sessanta. Comparve al campo con una balestra più piccola del normale, non ricordo dove l’avesse trovata. Ci fu subito qualcuno che lo prese in giro.
“Ma che ci fai con quella belestrina da citto picino.”
Poi Athos vinse il palio e nessuno fece più quel tipo di commenti.
Athos, sotto l’elica, assiema a Leonardo Selvi si prepara a partire per Alghero. Quello fu per molti di noi il battesimo del volo. Eravamo stati invitati alla Cavalcata Sarda a Sassari, anche se noi balestrieri s’andava a piedi. Ricordo che durante la sfilata notai fra la folla un vecchietto che il braccio destro ,ci fece il saluto romano con tanto di “Alala!” Uno di noi commentò “Me sa che in Sardegna le notizie arrivano in ritardo.”
Athos si sentiva custode d’una tradizione antica e con fierezza scendeva in piazza a balestrare. Ci mancherà.
Per il 2 giugno 1969, quando lavoravo a Londra, al Centro Italiano ci fu una gran festa per festeggiare la Repubblica. Mi misi a parlare con un signore polacco, David Grinberg, che parlava un buon italiano e che durante la guerra era stato in Italia. Quando gli dissi ch’ero di Sansepolcro la sua faccia si illuminò:
“Ma lei conosce Athos Chimenti, Vinicio?” Lui era di quei polacchi ch’eran rimasti a Sansepolcro dopo il passaggio del fronte ed era stato acquartierato dai Chimenti.
“Alcuni dei miei commilitoni si sono sposati a Sansepolcro, io ho trovato moglie a Genova”
Quando raccontai ad Athos di questo fortuito incontro fu felicissimo.Lo voglio ricordare con quel sorriso.