Archive for May, 2016

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103 1898 09 Sansepolcro, monumento a Piero della Francesca.

May 31, 2016
Monumento a Piero della Francesca

Monumento a Piero della Francesca

In questa stampa il lavori del giardino non sono completi, infatti nel dietro sembra ci sia una specie di palizzata.

Se facevo il buono la mamma mi portava a giocare al giardino, e quando a primavera si faceva la fotografia gruppo ricordo le Maestre Pie ci portavano proprio sotto il monumento. Piero, dall’alto del suo piedistallo, ci avrebbe spronato ad eccellere.

Per iniziativa della Società Operaia, quella con forti radici mazziniane presocialiste, il vecchio orto dei frati di San Francesco, già proprietà del comune, fu trasformato in un giardino pubblico con piante esotiche, incluse le sequoie, e vasca coi pesci rossi, per la gioia di tutti i cittadini e perché i bambini potessero giocare. Fu dedicato a Piero della Francesca per commemorare i quattrocento anni della sua morte, era il 1892. Diciamo che questo culmina il processo di riscoperta e di rivalutazione dell’opera di Piero, dimenticato per secoli.

Fu ordinato un monumento. La Società non era ricca, e non si potevano permettere un monumento di marmo o di bronzo, si dovettero accontentare d’uno di gesso (?). Non ho mai saputo chi fosse lo scultore, chi lo conosce?

Piero mi teneva d’occhio, sia quando andavo a giocare e sia quando ero nel cortile della scuola elementare a Santa Chiara, là c’era un altro simile monumento.

Fausto Braganti

Marblehead, 31maggio 2016

 Il mio blog di memorie M’Arcordo… www.biturgus.com/

Ho recentemente pubblicato il libro “M’Arcordo…” che può essere acquistato nelle librerie di Sansepolcro. Questo è un breve filmato dell’inizio della presentazione del libro avvenuto nella   sala consiliare (quella che io chiamo “sala del biliardo”) del Comune di Sansepolcro, 25 aprile 2015. https://www.youtube.com/channel/UCIv_Swz8a2By9GgwY0QKqLw/videos

E questo è il sito dedicato al http://il-dottore-fotografo-alla-grande-guerra.com/

 

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102 1898 08 Sansepolcro, via delle Aggiunte.

May 27, 2016
Via Aggiunti, Sansepolcro

Via Aggiunti, Sansepolcro

Interessante il fatto che il giornalista nel descrivere l’immagine indichi anche “via delle Aggiunte”. Purtroppo non ho mai consultato la copia delle Cento Città dedicata a Sansepolcro, non conosco i commenti in proposito.

Penso che anche questa immagine sia stata copiata da una fotografia che precede di molti anni la pubblicazione del 1898. Infatti sulla destra si vede ancora l’orto del convento di San Francesco. Questo fu trasformato nel giardino pubblico Pier della Francesco e aperto al pubblico con gran cerimonia nel 1892. Si celebrò il quattrocentesimo anniversario della morte Piero con un monumento a lui dedicato. Furono piantati alberi esotici, come sequoie. Io ne ricordo due, poi una mori negli anni cinquanta.

Un volta lessi che durante il periodo napoleonico nell’orto dei frati, che era divenuto proprietà della mairie dopo la confisca di tutti i beni ecclesiastici e l’abolizione degli ordini religiosi, fu piantato il guado. Da un’altra parti lessi di certe ordinanze comunali (circa 1830) che proibivano il gioco col bracciale (il pallone) all’altezza della fontana di San Francesco. La palla durissima spesso provocava danni alle finestre. Inoltre le frequenti risse fra gli scommettitori finivano a coltellate.

 

Marblehead, 27 maggio 2016

 

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101 1898 Sansepolcro, Alinari e il Palazzo Marini.

May 24, 2016
Sansepolcro, il Palazzo Marini di Alinari

Sansepolcro, il Palazzo Marini di Alinari

Gli Alinari di Firenze cominciarono presto a far fotografie, ai tempi di Canapone, il granduca. Si specializzarono in opere d’arte e monumenti, fotografarono tutto. Andare in giro per l’Italia con quegli enormi apparecchi (banco ottico) col soffietto nero e le pesanti lastre di vetro era un’avventura a parte essere una faticata. Il fotografo si nascondeva sotto un telo nero per mettere a fuoco il soggetto ribaltato sul vetro smerigliato.

Come si vede nella foto a sinistra il fotografo ha decentrato l’immagine per evitare la deformazione prospettica dell’edificio, data dall’inclinazione della macchina fotografica. Notate che tutte le linee verticali del palazzo son parallele. Porta il numero P.L.N. 10380, probabilmente la lastra originale di vetro di rilevanti dimensioni (circa 42x32cm.) dovrebbe ancora trovarsi nell’archivio Alinari a Firenze.

La stampa a destra è frutto del lavoro dell’incisore che ha attentamente copiato la fotografia per poi passarla alla stampa.

Ho notato, e non l’avevo visto prima, che la finestra di centro sembra chiusa, murata e forse lo è anche l’ultima sulla destra.

 

Marblehead 24, maggio 2016

 

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100 1898 07 Sansepolcro, chiesa di San Francesco.

May 23, 2016
Sansepolcro chiesa di San Francesco

Sansepolcro chiesa di San Francesco

Siamo arrivati a San Francesco. Questa chiesa fu costruita almeno due secoli dopo il Duomo. Che forse i Francescani volevano onorare il loro santo con una chiesa altrettanto grande? Ma poi si fermarono, forse ci furono ordini superiori.

Questa, quando il barocco venne di moda, fu completamente ristrutturata come il Duomo ed il rosone fu chiuso e fu aperta una gran finestra. Credo proprio che i “barocchisti” odiavano i rosoni.

Anche in questa immagine c’è un’elegante signora con tanto d’ombrellino, in questo caso chiuso, che si avvia verso la chiesa con un bambino vestito da marinaretto, il tutto per dar vita e prestigio alla stampa.

Sulla sinistra si vede la porta che dava accesso al cortile del convento, là c’era anche il cimitero.

Nella cripta sotto l’altar maggiore si trova il corpo mummificato del Beato Ranieri. Un paio dei suoi miracoli, interpretati dal Sassetta, sono arrivati fino a Parigi al Louvre, conferma che a lui piaceva volare. A suo tempo scrissi a proposito di quel suo volo miracoloso dal Borgo fino alle Stinche di Firenze per liberare i prigionieri che non volevano pagare le tasse, un beato superman, rivoluzionario e sovversivo, ecco forse perché non ce la fece a diventar santo.

 https://1dailyphoto.wordpress.com/2012/04/30/028-2010-08-12-parigi-il-beato-ranieri-e-volato-al-louvre/

 

Marblehead 23, maggio 2016

 

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099 1898 06 Sansepolcro, Piazza Garibaldi.

May 22, 2016
Sansepolcro Piazza Garibaldi

Sansepolcro Piazza Garibaldi

Ecco siamo saliti dal Largo Garibaldi alla Piazza Garibaldi, come ho già detto solo dopo la morte del Generale in tutta Italia piazze, strade, viali ecc. furono dedicati alla sua memoria, oramai non poteva più crear problemi. Non mancarono i monumenti, le città più ricche eressero statue equestri. Anghiari ne comprò uno di seconda mano e solo quando arrivò in piazza si accorsero che indicava Roma dalla parte sbagliata, cose che capitano. Il busto di Garibaldi:. sul muro a sinistra arrivò solo pochi anni fa. 

In questa immagine si vede ancora l’orto dei preti, quello al centro con a destra la porticina. Ricordo bene quando c’era ancora (anni ’60?).

Davanti al Palazzo Pretorio sulla sinistra, dove oltre il tribunale c’era anche la prigione, sembra ci sia una sentinella armata, di certo per enfatizzarne l’importanza del luogo. A suo tempo c’era anche l’abitazione del cancelliere, infatti ci andavo a giocare con suo figlio, mio compagno di scuola.

Non si capisce se all’angolo del palazzo, lato della fonte, ci fosse già l’ufficio postale. Ancora la Mossida non era arrivata.

 

Marblehead 22 maggio 2016

 

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098 1898 05 Sansepolcro, Palazzo Marini.

May 18, 2016
Palazzo Marini, Sansepolcro

Palazzo Marini, Sansepolcro

Come ho già detto all’inizio di questa retro passeggiata credo che le incisioni che illustravano la pubblicazione dedicata a Sansepolcro venivano copiate da fotografie; in questo caso son certo di possedere la foto originale di Alinari dalla quale questa fu fatta. Penso che sia di gran lunga precedente al 1898.

Serse Bartolomei comprò il palazzo dagli eredi dell’ultimo Marini, era già spoglio dei suoi bellissimi mobili. Un vecchio divano sgangherato arrivò in casa nostra, forse una specchiera veneziana. Nella sala grande del  palazzo rimase un vecchio biliardo monumentale che nessuno voleva.  Che sappia io non fu mai chiamato palazzo Bartolomei.

Serse vendette il palazzo, direi invendibile, al PNF nel 1942 e fece un ottimo affare, credo fosse molto amico dei gerarchi che decisero l’acquisto. Divenne la Casa del Fascio ma per poco; la sede precendente era in via degli Aggiunti, oggi parte del Museo. Con gli eventi che seguirono e la gran fuga dei fascisti locali nel giugno del 1944 il palazzo fu abbandonato, saccheggiato e ho conoscevo uno che possedeva una scrivania piena d’angoli, direi futurista, con la sedia scomodissima, penso che veniva proprio da li. Divenne proprietà dello Stato. Fu utilizzato nel dopoguerra per alloggiare tanti che s’erano trovati senza casa.

Infine verso il 1960 o forse prima (?) divenne sede del comune di Sansepolcro e dopo tanto riacquisì il prestigioso nome originario, Palazzo delle Laudi. È ancora proprietà dello Stato ed il Comune paga l’affitto e mi hanno detto che non sia poco, una volta era nominale.

In questa immagine si nota la mancanza della gran finestra nel lato nord, oggi ufficio del sindaco. In lontananza sulla destra si intravede la Torre di Berta.

 

Marblehead 18 maggio 2016

 

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097 1898(?) 04 Sansepolcro, Largo Garibaldi.

May 17, 2016
largo Garibaldi, Sansepolcro

Largo Garibaldi, Sansepolcro

Ma come si chiamava prima che diventasse Largo Garibaldi? Direi prima del 1882, anno della morte del Generale. Non lo so, forse Largo del Duomo? Credo che solo dopo la sua morte cominciarono a dedicargli piazze e strade, era stato politicamente scomodo a dimolti di quelli che erano al potere. Verso il 1930 i miei andarono ad abitare al numero 1 di Via Roma, che poi sarebbe il Palazzo delle Laudi sulla destra dopo il Duomo, oggi sede del Comune. Dopo guerra divenne via Giacomo Matteotti, si può scrivere la storia politica d’una città dai cambiamenti toponomastici.

Anche qui a Marblehead (nord di Boston, USA) dove abito, la strada principale che porta al porto una volta si chiamava King Street, poi venne la Rivoluzione ed il re (quello inglese) passò di moda e fu ribattezzata State Street, lo “stato” è di tutti e non del re. Stessa situazione al centro di Boston.

Chi vince scrive la storia e impone i suoi nomi.

I negozi eleganti sulla destra hanno delle belle tende per proteggere i clienti dal sole. La signora con la bambina non ha paura della calura, lei svoggia un bell’ombrellino.

 

Marblehead, 17 maggio 2016

 

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096 1898 03 Sansepolcro, Torre di Berta.

May 15, 2016
Sansepolcro, Torre di Berta

Sansepolcro, Torre di Berta

Di certo non mi metto a scrivere la storia della Torre (quella con la T maiuscola) de Piazza, come la chiamavano i nostri vecchi, anche perché non la so. Lessi delle interessantissime pagine in un’opera del nostro prolifico prof. Attilio Brilli. Leggete i suoi libri.

Nella didascalia di questa immagine si legge Piazza Vittorio Emanuele e sembra che la Torre non abbia un nome, è solo antica. Uno degli obbiettivi dei primi nuovi amministratori del dopoguerra fu quello di fare un’epurazione politica toponomastica, ed il re fu cacciato via da piazza e dal Borgo.

Non si vede la lapide bronzea del Bollettino della Vittoria che fu apposta negli anni venti; questa sopravvisse l’esplosione ed il crollo del ’44. Io non desisto, spero ancora che un giorno, assiema a quella del vecchio monumento ai caduti, trovi una decorosa sede nel cortile interno del Palazzo delle Laudi.

La tanto amata Torre ancora oggi, anche se solo con la sua memoria, rappresenta un punto d’unione e d’orgoglio di tanti Borghesi ma non dimentichiamo che non fu da tutti amata, al contrario. Verso la fine dell’ottocento ci fu un gruppo di benemeriti cittadini che perorarono la causa del suo abbattimento. Era considerata un elemento anacronistico con quello d’una città che voleva essere moderna, di certo non avevano i mente i Balestrieri, ed era anche pericolosa in caso d’un futuro probabile terremoto. Questa era una corrente di pensiero comune in quel periodo, pensato a tutte le torri che hanno abbattuto a Bologna, turrita come San Gimignano e non solo in Italia, a Parigi spazzarono via tutte le mura e tante le fortezze, poi spesero una fortuna per ricostruire Carcassonne.

Non son riuscito a ritrovare copia di quella petizione che voleva l’abbattimento della Torre, c’è qualcuno che ce l’ha?

Il numero delle persone che si ricordano della Torre di Berta si sta riducendo rapidamente. Spesso ripenso alle storie di chi, ignorando quello ch’era successo, d’improvviso scopri che il profilo di Sansepolcro era tragicamente cambiato. Ricordo la storia di Fernando che, dopo le battaglie in Nord Africa (El Alamein), esser stato ferito due volte e poi la prigionia, finalmente ce la face a tornare a casa. La sua gioia nello sbucare da Val de Gatti e trovare la tanto agognata valle e vedere il Borgo da lontano venne subito infranta, mancava qualcosa, ma dov’era la Torre? Lo stesso successe a Mario che arrivò in motocicletta fino Selci, e poi a piedi si avviò verso casa con uno Sten (il mitra leggero col caricatore orizzontale sul lato sinistro) a tracolla, pochi giorni dopo che primi contingenti inglesi erano entrati al Borgo. Arrivò da San Lazzero e vide il Borgo ma mancava qualcosa. Non vide la Torre, che colpo! Un cazzotto nello stomaco. Prima d’andare a casa si recò in piazza e la trovò piena di macerie! Da piangere. Ci son tante altre testimonianze come questa, forse ci dovrebbe esser qualcuno che le raccoglie.

Raccontatemele e le aggiungerò a questo scritto.

PS: successivamente alla pubblicazione di questo ho trovato una Pianta della Città di Sansepolcro (1832) in cui può vedere che due lati della Torre di Berta sono incorporati in un edificio, mi fu detto che erano i resti d’una fortificazione. Venendo da via San Giuseppe non si entrava in piazza, ci ritrovava davanti ad un muro, la piazza non esisteva

Pianta (1832) con la Torre di Berta in parte incorporata da un edificio

Pianta (1832) con la Torre di Berta in parte incorporata da un edificio

Marblehead, 15 maggio 2016

 

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095 1898(?) 02 Sansepolcro, veduta panoramica da nord.

May 14, 2016
Panorama di Sansepolcro visto da nord

Panorama di Sansepolcro visto da nord

Questo è il secondo panorama di Sansepolcro, visto da nord. Nell’immagine precedente, la prospettiva della Torre di Berta è differente, infatti appare molto più alta rispetto a quella dei campanili.

Direi che questa è stata presa dallo stablimento Buitoni, forse dal tetto di quell’edificio che portava la grande insegna “Molino a Cilindri”. Ma come funzionava un molino a cilindri? Mia nonna quando parlava del Buitoni usava solo il termine “molino” per identificarlo. Un operaio pastaio era uno che lavorava al molino.

Non capisco se le mura che si vedono sulla sinistra siano già state sfondate per dare accesso alla futura Via Giovanni Buitoni. Chi sa quando furono aperte? Quello che pare un orto è dove oggi c’è un parcheggio. Sulla sinistra si vede la torre del palazzo Bourbon, ma io l’ho solo conosciuta come la torre di Catolino. Ma chi era Catolino? C’era anche una villa con quel nome.

Oggi vi pongo molte domande, spero di trovare le risposte, e ne aggiungo un’altra, ma perché costuirono ben due campanili così imponenti. I francescani, penso che vennero dopo, volevano farne uno grande come quello del Duomo? O forse addirittura più grande?

Avete sentito l’ipotesi che il corpo nella cripta non sia quello del Beato Ranieri, ma bensì quello di un Santo ben più importante?

Chi mi può dirne di più?

Fausto Braganti

Marblehead, 14 maggio 2016 

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094 1898(?) 01 Sansepolcro, veduta panoramica da sud-est.

May 13, 2016

 

Sansepolcro, panorama

Sansepolcro, panorama

Con questa immagine inizio la pubblicazione d’una piccola serie di stampe che ho avuto modo di fotografare durante il mio recente viaggio a Sansepolcro. Venivano dal negozio di Giorgio Besi, che aveva davanti al Fiorentino.

Penso che facessero parte della serie “Cento Città d’Italia” che iniziò la pubblicazione nel 1898, ci furono anche edizioni successive. Sansepolcro era una delle cento città prescelte. Ci saranno anche delle immagini che penso siano più antiche.

Anche se la fotografia fosse già stata inventata da più di cinquant’anni la tecnica tipografica del tempo non si era sviluppata per permetterne la stampa. C’erano allora degli incisori che riproducevano le immagini su lastre.

Questa mi par presa dal piccolo campanile del convento degli Osservanti, chiesa Santa Maria Maddalena. Dopo la soppressione degli ordini religiosi, divenne il magazzino dei tabacchi, quello detto “del governo”. 

La Torre di Berta ed i campanili dominano da sopra i tetti. In collina mi pare di intravedere la villa dell’Anghiarina (Evangelista Martini)

Naturalmente conto sui i vostri commenti.

 

Marblehead, 13 maggio 2016

 

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