Una volta, come anche oggi, per montare in aereo si comprava il biglietto. La differenza è che allora c’era davvero un biglietto fisico, con tanti cuponi per quanti erano i settori da volare. Ne ho scritti tanti, e di cuponi ne ho strappati migliaia.
I tempi cambiano e come i gettoni che si usavano per fare le telefonate anche i biglietti, quelli di carte stampati dalle copertine multicolorate son passati di moda. Di certo c’è già un’itera generazione che non sa di casa stia parlando.
Il mio biglietto per andare in Abissinia, anche quella ha cambiato nome, era di certo uno dei più variopinti, con tutta una storia narrata con immagini nello stile della pittura copta. E forse
proprio per questo suo aspetto pittoresco è sopravvissuto.
Ed oggi? Bastano dei quadratini e delle lineette in bianco e nero. Vanno bene anche quando compaiono sul telefonino. Invece la tradizione che dobbiamo pagare perdura.
Marblehead, 31 agosto 2015
Il mio blog di momorie: M’Arcordo… http://biturgus.com/.
Ho recentemente pubblicato il libro “M’Arcordo…” che si trova in tutte le librerie a Sacuinsepolcro.