Archive for March, 2015

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017 Londra, la foglia di fico (di gesso)

March 26, 2015
la foglia di fico di gesso

la foglia di fico di gesso

Una 15 d’anni fa al Museum of Fine Art di Boston ci fu una mostra differente: “From the Basement of the Victoria & Albert Museum”. Diciamo che fu interessante e divertente. Avevano esposto svariati oggetti di dubbio valore artistico che in comune avevano solo il fatto d’essere stati esiliati nella cantina.

Ogni grande museo ha la sua “cantina” piena d’artefatti che non vedranno mai la luce; immaginate quella degli Uffizi. Ma perché non li vendono?

Entrando subito notai una gran foglia di fico di gesso in una bacheca. ma cos’era? Dopo aver letto la didascalia era impossibile non ridere.

Copia di gesso del David, V&A Museum, Londra

Copia di gesso del David, V&A Museum, Londra

Sin dal settecento gli inglesi hanno amato viaggiare in Italia, in particolare in Toscana e Firenze la loro destinazione preferita e ammirare le opere d’arte e quando era possibile comprarle. Ecco come Il Battesimo e La Natività di Piero della Francesca sono finiti a Londra. Non tutti si potevano permettere il lusso d’un tale viaggio e dato che non potevano comprar tutto, la soluzione più economica era quella di acquistare delle riproduzioni. Arrivarono a Londra degli artigiani fiorentini bravissimi nel creare copie di gesso dei capolavori più noti. E fecero fortuna.

Il David doveva essere il più richiesto, piaceva alle signore.

In una sale del V&A Museum sono state recentemente esposte alcuni di queste copie di gesso, forse erano in cantina.  Fra queste ha ritrovato un momento di gloria una bella riproduzione del David, quella che nel 1857 traumatizzò la regina Vittoria in visita. Il presidente iraniano Rouhani in visita in Campidoglio fu protetto in anticipo, niente traumi. I responsabili che non lo avevano coperto, dopo essere stati severamente ammoniti, corsero subito da quel fiorentino che aveva riprodotto la statua per ordinare una foglia di fico adeguata a coprire il pisellino, diminutivo non casuale.

E la regina fu soddisfatta.

PS: ricordo simili riproduzioni di gesso d’opere classiche nel cortile della mia scuola elementare Edmondo de Amicis a Sansepolcro, fra queste il Ratto delle Sabine. Io ricordo un gran bel sedere, niente foglia, ce ne sarebbe voluta una di tabacco. La regina non era passata dalle mie parti.

Fausto Braganti 

ftbraganti@verizon.net

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016 Sansepolcro, data sconosciuta

March 24, 2015
Sansepolcro, data sconosciuta

Sansepolcro, data sconosciuta

Dopo l’interesse della foto precedente, che ha generato molti interventi sulla possibile datazione, ne propongo un’altra.

Oserei dire: un reperto d’archeologia fotografica.

La Torre di Berta è al centro in tutta la sua gloria, manca la torre-campanile dei Servi. Sulla sinistra si vede l’imponente mole di quello che veniva chiamato anche Molino a Cilindri Buitoni. Lo spiazzo davanti a Porta del Castello è visibile e senza Monumento ai Caduti, quindi di certo prima del 1925. Si vede la strada dritta che costeggia le mura fino al bastione-cannoniera per poi girare a sinitra e poi, ma non si vede, sarebbe subito girata a destra nella direzione della Fonte Secca, dove all’altezza del Tricca della Motta di nuovo a sinistra e dopo pochi metri una nuova curva a destra per continuare nel tracciato odierno verso il cimitero. L’abbattimento di parte della cannoniera per “raddrizzare” la via credo avvenne poco prima della Guerra. Fu allora che divenne la Tiberina 3 bis? Ma c’era anche una Tiberina 1 o 2 bis?

Penso anche che la foto sia stata scattata dai Cappuccini.

 

 

Fausto Braganti

 

ftbraganti@verizon.net

 

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015 Sansepolcro, circa 1967-68

March 23, 2015
Sansepolcro circa 1960-65

Sansepolcro circa 1967-68

Non ricordo dove e quando ho trovato questa fato con la veduta aerea di Sansepolcro. Ho una copia originale.

Sembra che la missione del fotografo sia stata quella di inquadrare in pieno lo stabilimento Buitoni. Foto promozionale? 

La nuova portineria sulla sinistra sembra già in funzione. Quello che non capisco è il capannone bianco fra la portineria e gli uffici. Sembra un qualche cantiere.

L’attacco urbanistico alla collina è iniziato, ma ancora c’è molto spazio libero.

Ho osservato attentamente, anche con una lente, Silvano Lagrimini non è sul terrazzo dominante Porta Romana. Non vedo neanche la Gianna ed Otto a spasso per la piazzetta di Santa Marta.

Ho cercato di pubblicare un immagine grande in modo che tutti gli esperti possano esplorare e dare il loro contributo.

Aspetto.

 

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056 2009-03-26 Irma Vandi alle Fiere

March 20, 2015
Fausto, Irma ed Elio il giorno delle Fiere 2009

Fausto, Irma ed Elio il giorno delle Fiere 2009

Ho appena appreso della morte di Irma Vandi e quello che ha scritto Michele Foni mi ha commosso, me la son sentita vicino. Anche l’Irma era il Borgo. Considerando la sua età, meno di due mesi ai 100anni e la sua vita riservata forse non era fra le persone più conosciute. L’Irma ha preso cura di generazioni di bambini all’asilo nido della Buitoni. Deve aver superato qualsiasi record di cambiare i pannolini.

Mi trovavo in fondo piazza con Elio Mezzabotta, era il giorno delle Fiere di Mezzaquaresima, quando ho notato questa signora passare con tutte quei sacchetti, di certo la sua spesa.

“Ma quella la conosco.”                             

Ho detto io.

“Ma certo che la conosci.”                                

Ha risposto Elio.

“Ma è l’Irma, l’Irma Vandi!”                        

Diciamo che fui piacevolmente sorpreso: era viva e pensare che era andata a scuola con la mi mamma, quindi era nata nel 1915.

Da quanto tempo non la vedevo? 30 anni, forse 40!

Ci siamo avvicinati e dopo solo un attimo d’incertezza mi ha riconosciuto o forse si è solo ricordata chi fossi, e mi ha baciato con affetto. Ci ha invitato a seguirla a casa sua, voleva farci vedere i suoi quadri, allora abitava da sola per Via dei Servi.

Abbiamo parlato del passato, ed a 94 anni era lucidissima. Si ricordava che Aimone, quello che lei chiamava fratello, era stato in Libia col mi’ babbo. Ha facilmente ritrovato la fotografia della quinta elementare per indicarmi mia madre:

V elementare, 1925

V elementare, 1925

“Lei era bellina.” 

Quando vidi la data nella foto, 1925, le ricordai la storia dell’inaugurazione del Monumento ai Caduti e che mia madre

giugno 1925, inagurazione del Monumento ai Caduti

giugno 1925, inagurazione del Monumento ai Caduti

era stata guardia d’onore, e lei subito con gran soddisfazione mi disse:

“Quel giorno c’ero anch’io.”

 

 

 

 

Mi ha guidato assieme ad Elio Mezzabotta nella visita del suo museo: le pareti

Irma Vandi ed Elio Mezzabotta

Irma Vandi ed Elio Mezzabotta

del suo appartamento erano tappezzate con i suoi dipinti, semplici suggestivi, cosi pieni di nostalgia d’un tempo che aveva tanto amato ed aveva salvato con i suoi pennelli. Con amore ha ricordato mio padre, i suoi giorni alla Buitoni, il Sor Marco che, avendo scoperto la passione di dipingere che aveva ereditato dal padre, le regalò una cassetta ricca di colori ad olio, una cassetta che lei con il suo modesto stipendio di operaia non si sarebbe mai potuto permettere.

Mi sembrò felice, compiaciuta di quello che aveva prodotto, erano un po’ come dei figli che non aveva mai avuto.

 

Queste alcune delle sue opere.

20090326_038

20090326_035

 

le Vasche di Porta Romana

le Vasche di Porta Romana

 

P.za Santa Chiara small - Irma Vandi

Nella piazzetta di Santa Chiara degli anni trenta, piena di nostalgia, si vede Giuseppe Caporali col vestito nero, il figlio d’Oreste il maniscalco, che se ne va, non seguirà la tradizione del padre. Per lui la via per arrivare a Milano fu lunga, passò per Kabul in Afghanistan.

La mia visita con l’Irma Vandi fini in una maniera inaspettata, mi abbracciò forte e mi chiese:

“Vorrei dire un’Ave Maria alla tua mamma ed anche al tuo babbo.”

Ed assieme lo facemmo.

 

 

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060 2015-03-08 Sansepolcro, le palle dei Medici.

March 13, 2015
lo stemma papale dei Medici

lo stemma papale dei Medici

Le palle ci son tutte e sei, e non è poco. Dopo quasi cinque secoli hanno superato anche la prova della “Gran Ventata”.

Questo stemma si trova sull’angolo del palazzo vescovile che dà su piazza Torre di Berta a Sansepolcro. La tiara, le chiavi di San Pietro che lo decorano lo distinguono dagli altri che si vedono in giro per la città. Questo è stato voluto da un papa e non da un duca o granduca che stava a Firenze. Questo fu voluto da un papa e non da un duca o granduca che stava a Firenze. Lo stemma onora papa Leone X (Medici) che elevò Borgo San Sepolcro a diocesi con il titolo di città.

So poco dello stemma con le sei palle dei Medici, di certo Wikipedia ve la può raccontare meglio di me, ma so in che in Toscana si trova un po’ dappertutto. La differenza è che questo a Sansepolcro dovrebbe essere il primo, il più antico.

La parte sinistra (guardandolo) è fracassata. Mi domando se quel pezzo mancante fu mandato in frantumi da una pietra volante della Torre di Berta quella tragica mattina del luglio del ’44 quando fu fatta saltare in aria.

Riguardando questa foto ho notata sulla destra un’asta che mi pare sia d’una meridiana. Strano, non l’avevo vista al momento dello scatto. Forse l’avevo solo dimenticata. Ma ci sono le intacche delle ore indicate sul muro? Se c’erano una volta ora sono sparite sotto l’intonaco e la pittura.

Rimettiamo in funzione la meridiana.

Marblehead, 13 marzo 2015

 

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