
019 2003-08-23 Francia, il comune di Roubaix
September 1, 2010Un giorno Pascale mi disse che quell’anno avremmo dovuto programmare le nostre vacanze estive in Europa in modo d’essere a Roubaix il sabato 23 agosto. Aveva ricevuto l’annuncio che quel giorno ci sarebbe stato il matrimonio di sua nipote Emilie.
“Roubaix, è vicino a Lille. Vicino, vicino al Belgio, infatti mi hanno scritto che la cena sará in Belgio.”
Ma quel nome lo conoscevo e parafrasando Totò, ma non ricordo in quale film, mi dicevo:
“Roubaix? Roubaix? Questo nome non mi è nuovo!” ma forse Totò diceva:
“Questo luogo lo conosco!”
Arrivammo a Roubaix un paio di giorni prima del grande evento. É una tipica cittá industriale del nord della Francia, attaccata a Lille, e non particolarmente bella, anzi! Credo che adesso sia la cittá con la piú alta percentuale di mussulmani nordafricani, e con il piú grande supermecato halal della Francia.
Il comune è una tipica imponente struttura monumentale del periodo di Napoleone III, e proprio nell’ingresso ho visto questo gran pupazzo d’un ciclista. Il gran mistero che da mesi mi tormentava fu in un attimo risolto
“Parigi-Roubaix! Ecco cos’era! Roubaix è alla fine della mitica corsa!”
Nella mia mente era un solo nome (perigirubè), non ne avevo separate le due componenti. Mi sentii tranquillo e soddisfatto.
La cerimonia nella gran sala conciliare dai mobili massicci e piena di bandiere fu interssante. La sindachessa fece un discorso sul significato della cerimania civile, sia nei confronti della nuova famiglia e sia nei confronti della societá.
“Alla Repubblica Francese non interessa niente se poi voi avrete anche una cerimonia religiosa.”
Una volta anche in Italia era così. Quando i miei nonni si sono sposati nel 1900, nel comune d’Anghiari, quello era ancora l’unica cerimonia valida.
Poi venne Mussolini (credo che nell’intimo fosse sempre anticlericale), poi venne l’11 febbraio del 1929 e tutto cambiò. Il matrimonio in chiesa divenne legalmente valido ed appesero i crocefissi nelle aule delle scuole pubbliche.
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