
056 2009-03-26 Irma Vandi alle Fiere
March 20, 2015Ho appena appreso della morte di Irma Vandi e quello che ha scritto Michele Foni mi ha commosso, me la son sentita vicino. Anche l’Irma era il Borgo. Considerando la sua età, meno di due mesi ai 100anni e la sua vita riservata forse non era fra le persone più conosciute. L’Irma ha preso cura di generazioni di bambini all’asilo nido della Buitoni. Deve aver superato qualsiasi record di cambiare i pannolini.
Mi trovavo in fondo piazza con Elio Mezzabotta, era il giorno delle Fiere di Mezzaquaresima, quando ho notato questa signora passare con tutte quei sacchetti, di certo la sua spesa.
“Ma quella la conosco.”
Ho detto io.
“Ma certo che la conosci.”
Ha risposto Elio.
“Ma è l’Irma, l’Irma Vandi!”
Diciamo che fui piacevolmente sorpreso: era viva e pensare che era andata a scuola con la mi mamma, quindi era nata nel 1915.
Da quanto tempo non la vedevo? 30 anni, forse 40!
Ci siamo avvicinati e dopo solo un attimo d’incertezza mi ha riconosciuto o forse si è solo ricordata chi fossi, e mi ha baciato con affetto. Ci ha invitato a seguirla a casa sua, voleva farci vedere i suoi quadri, allora abitava da sola per Via dei Servi.
Abbiamo parlato del passato, ed a 94 anni era lucidissima. Si ricordava che Aimone, quello che lei chiamava fratello, era stato in Libia col mi’ babbo. Ha facilmente ritrovato la fotografia della quinta elementare per indicarmi mia madre:
“Lei era bellina.”
Quando vidi la data nella foto, 1925, le ricordai la storia dell’inaugurazione del Monumento ai Caduti e che mia madre
era stata guardia d’onore, e lei subito con gran soddisfazione mi disse:
“Quel giorno c’ero anch’io.”
Mi ha guidato assieme ad Elio Mezzabotta nella visita del suo museo: le pareti
del suo appartamento erano tappezzate con i suoi dipinti, semplici suggestivi, cosi pieni di nostalgia d’un tempo che aveva tanto amato ed aveva salvato con i suoi pennelli. Con amore ha ricordato mio padre, i suoi giorni alla Buitoni, il Sor Marco che, avendo scoperto la passione di dipingere che aveva ereditato dal padre, le regalò una cassetta ricca di colori ad olio, una cassetta che lei con il suo modesto stipendio di operaia non si sarebbe mai potuto permettere.
Mi sembrò felice, compiaciuta di quello che aveva prodotto, erano un po’ come dei figli che non aveva mai avuto.
Queste alcune delle sue opere.
Nella piazzetta di Santa Chiara degli anni trenta, piena di nostalgia, si vede Giuseppe Caporali col vestito nero, il figlio d’Oreste il maniscalco, che se ne va, non seguirà la tradizione del padre. Per lui la via per arrivare a Milano fu lunga, passò per Kabul in Afghanistan.
La mia visita con l’Irma Vandi fini in una maniera inaspettata, mi abbracciò forte e mi chiese:
“Vorrei dire un’Ave Maria alla tua mamma ed anche al tuo babbo.”
Ed assieme lo facemmo.
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