
050 1963-10 Passo dei Mandrioli, fra Toscana e Romagna.
March 29, 2014Quel giorno il babbo ed io facemmo uno dei nostri giri in macchina, quando avevamo solo una vaga idea di dove si volava andare, piuttosto si scopriva dove la strada ci portava. Quel giorno mi portò molto lontano, infatti decisi di cambiare facoltà con tutte le sue conseguenze.
In questa immagine forse eravamo già in Romagna; mi pare che le stratificazione geologiche scoperte dall’erosione siano da quel lato, oltre il passo. Hanno anche un nome, ma l’ho dimenticato.
I montagnini sono al lavoro, loro non hanno un momento di sosta e non hanno trattore, ancora contano sull’aiuto dei buoi (bovi). Portano il letame (concio) nei campi, quei cumoli neri verranno poi sparpagliati per fertilizzare la terra. Non hanno molto tempo a disposizione, l’inverno arriva presto sull’Appennino.
Sembra che l’erosione sia iniziata nel poggio dietro ai pagliai; quanto tempo ci vorrà prima che la terra fertile finisca tutta nel Savio? Forse nella casa colonica non c’è elettricità, non vedo nessun palo.
Di certo pochi anni dopo, stanchi d’andare a letto con le galline e senza televisione, han lasciato tutto e sono andati in città. E tutto un mondo ch’era rimasto immutato per secoli è finito.
E la casa? Forse l’ha poi comprata un tedesco od un inglese. Da quel giorno non son mai più ripassato per i Mandrioli
questo il commento che Gerardo Gobbi ha lasciato in Facabook: Queste è l’ennesima “chicca” me l’ha metto in archivio. Sarò ripetitivo ma ho avuto la “fortuna-sfortuna?” di esserci. Quei buoi trainavano la “treggia” una specie di slitta che anche noi avevamo e usavamo per ” scuppiare il concio” cioè per trasportare il letame dalla concimaia nei campi facendo dei “cuppi” se non lo stendevamo subito per arare il terreno lo coprivamo con un po’ di terra perchè il sole non lo seccasse levandogli la “forza”.