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021 1966-03 Sansepolcro, il barrocciaio al carnevale.

September 16, 2010

il barrocciao al carnevale

Una volta c’erano i barrocciai, ma non mi ricordo più il nome di questo.   Erano un’istituzione. Spesso li vedevi scendere dall’argine nel Tevere, dalle parti del ponte per Anghiari. A badilate caricavano il carro di rena fina. Poi lentamente ritornavano in paese per portarla in qualche cantiere dove costruivano una casa. Era un viaggio antico, L’avevano fatto per secoli, immutato nel suo rituale. I cavalli lo potevano fare con gli occhi bendati. Poi un giorno arrivarono i camion, le ruspe ed il Luzzi, e tutto cambiò, tutto finì. E lo chiamarono progresso.

Questo era  un degli ultimi, un altro personaggio del Borgo che Luigino aveva invitato a partecipare alla parata di carnevale. Per l’occasione aveva tirato fuori dalla rimessa un calesse, di certo più elegante d’un barraccio ed aveva vestito il suo cavallo, forse per proteggerlo dal freddo.

Ma come si chiamava?  

Il mistero e’ stato risolto dal Pof. Enrico Polcri … leggere il commento.

4 comments

  1. il Prof.Enrico Polcri mi scrive:
    Ciao Fausto,
    ma come si fa a non conoscerlo ! Era l’ Alterini detto “Mencolino”.
    Ma il barocciaio più famoso e più anziano, quello che caricava sempre
    la rena del Tevere era Probo Gallai e stava” giù per il Fiorentino”.
    Poi c’era anche Trafoglino.


  2. Goliardo Nofri mi scrive:
    Io di barocciai me ne ricordo un’altro il vecchio Gallai babbo di Dorando guardia comunale e sopravvissuto a Villa Santinelli. Veniva a trovare il nipote Stefano in via Gherardi dove allora io stavo. Mi ricordo questo cavallo enorme e ogni tanto ci portava a fare un giro nel baroccio. me lo ricordo ancora attivo fino a metà degli anni sessanta, poi cambiai casa…


  3. Roberto Barboni mi scrive:
    A proposito di barocciai,io mi ricordo di Mencolino Borghesi che durante l’attraversamento del Tevere ai Banchetti,il mulo gli si incepò e la frase storica che disse al mulo
    “A inteligenza me fregherei, ma a forza te stacco la testa.”
    e gni dette un cazzotto dietro l’orecchio,il mulo piego’ le gambe e riprese il cammino, e attraverso’ il Tevere col carretto pieno di breccia.


  4. In effetti “Mencolino” era un Borghesi mentre l’Alterini (guardia notturna) aveva sposato la sorella. Ricordo con nostalgia le brevi gite rubate da ragazzo attaccandomi di straforo dietro i carri.
    E m’arcordo anche bene de Aimone Zoi mastro carraio che aveva la bottega giu pel Pentolo ma questa è un’ altra storia…. te l’arconterò!!!



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