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010 2008-05-26 Campaldino e… l’America.

June 27, 2010

Campaldino, piana della battaglia

Ho sempre sentito parlare di Campaldino, a scuola ed anche nelle “Novelle della Nonna” della Parodi.

L’11 giugno del  1989, sabato di San Barnaba, ci fu la commerazione nel 7centesimo anniversario della battaglia e Paolo Salvi mi mise da parte un bel libro e dei cavalieri di piombo, che poi ho perso.

Se ho tempo mi piace fare la Consuma per andare o tornare da Firenze, un’ottima panoramica alternativa all’autostrada. Ogni volta che passo per Campaldino cerco di immaginare Dante, feditore a cavallo.

Ma parliamo di Aimeric IV, Amalric in occitano, che in italiano era diventato Amerigo di Narbona. Fu proprio lui il coddottiero mercenario che portò i guelfi fiorentini guelfi alla vittoria sconfiggendo i ghibellini aretini nella piana di Campaldino.

Il suo ritorno a Firenze con le truppe vittoriose fu trionfale. I fiorenti per dimostrare la loro gratitudine cominciarono la tradizione di chiamere Amerigo i loro figli. Anche ai nostri tempi ho conosciuto due Amerigo a Sansepolcro.

Penso che fu proprio per questa ragione che il babbo Vespucci, quasi duecento anni dopo, chiamò suo figlio Amerigo. Di certo quel giorno non poteva immaginere le conseguenze d’una tale decisione: battezzare un continente.

E se avesse scelto Vieri (de’ Cerchi), o Bindo (degli Adimari), o Corso (Donati)?

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