
004 2005-07 Ladakh, hotel in Pang on the way to Leh.
May 20, 2010
Il viaggio da Delhi per andare a Leh, nella regione Ladach, fra le montagne dell’Himalya, é circa 800km ed in macchina ci abbiamo messo 3 giorni. Piú della metá della strada era sterrata e ci voleva immaginazione a chiamarla tale. Abbiamo scalato 3 passi ad oltre i 6000mt. attraversando luoghi desolati ed al tempo stesso affascinanti. Sentivo il sangue che mi pulsava in testa e quando siamo arrivati a Pang avevo anche un gran mal di testa.
La nostra tenda era la prima sulla sinistra. Pang esiste solo da giugno ad ottobre, ma nella carta geografica ci rimane tutto l’anno. Con la prima neve le tende vengono smontate e tutti se ne vanno a valle. Da queste parti nevica sul serio.
Sotto la tende c’era un solo gran lungo lettone e tutti i clienti si alliniano, ognuno ha il suo piumino pulito. Mi son ricordato di certi letti negli ostelli svizzeri, anni sessanta. Quando il lettone si é riempito, i ritardatari si son dovuti accomodare sull’incerato per terra, sempre in buon ordine, allineati.
Ho dormito poco, continuavo ad avere un gran mal di testa, e poi c’era un cane, un cane maledetto che abbaiava senza sosta. Tutti dormivano tranquilli , nessuno russava e non c’era nessun cattivo odore, solo quel cane maledetto che continuava ad abbaiare!
Alla fine non ce l’ho fatta piú, l’avrei ucciso, strangolato con le mie mani. Mi sono alzato e cercando di non calpestare quelli che dormivano per terra, ho trovato nel buio l’uscita della tenda e son sortito all’aperto.
La notte senza luna sull’Himalya, a 5000mt. mi ha offerto uno spettacolo inaspettato e fantastico: un firmamento stellato da milioni di stelle, che mi sembravano cosi vicine da poterle toccare con la mano. La Via Lattea era cosi ben definita che sembrava fosse stata dipinta nel cielo con un gran pennellone. Avevo visto cieli stellati in Africa di sicuro favolosi, ma niente si avvicinava a questo.
Ecco, in fondo dovevo ringraziare quel cane maledetto che mi aveva tirato giú dal letto.
In ogni modo lui continuava ad abbiare e mi é stato facile vederlo ai margini dell’accampamento e ho cominciato a tirargli sassate. Non so se per caso l’ho proprio preso, perché dopo una po’ si allontanato guaindo.
Poi ho fatto il mio percorso inverso per tornare nel mio lettone, cercondo di non calpestare nessuno e sperando di ritrovare il mio giaciglio.
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